Riprendiamo con questo secondo articolo il nostro viaggio lungo un anno attraverso la Chirurgia e la Medicina Estetica Naturali .
Dopo il mio primo contributo su Mag di Dicembre molte lettrici mi hanno scritto allarmate chiedendo informazioni sulle protesi di silicone delle quale tutti parlano in queste settimane.
Ho già espresso il mio parere sulle pagine de La Provincia, ma vale la pena chiarire, una volta di più, i termini della questione.
Un’azienda truffaldina – la PIP, Poly Implant Prothèse, di La Seyne-sur-Mer – ha prodotto e commercializzato protesi per il seno utilizzando silicone non conforme alle norme.
È evidente che siamo davanti a una truffa molto grave, ma è importante sottolineare che le donne che “portano” quelle protesi non sono in pericolo di vita. È stato chiarito che il silicone utilizzato, per quanto non a norma, non è cancerogeno, non è infettivo e non “scoppia”. Però le protesi PIP si rompono con una frequenza leggermente superiore a quelle regolari e possono dar luogo ,in caso di rottura, a infiammazioni.
Sembrano dunque del tutto corrette e adeguate le misure precauzionali adottate dal Ministero della salute italiano: censimento delle protesi impiantate e raccomandazione alle donne di consultarsi con il loro chirurgo di fiducia che valuterà la situazione caso per caso.
Anche perché, cosa che non va dimenticata, l’espianto e la sostituzione della protesi sono atti chirurgici, con i loro costi psicologici e i rischi post-operatori. Di conseguenza, meglio evitarli. Tenendo sotto controllo la protesi con visite periodiche si può evitare un intervento non necessario e, al tempo stesso intervenire tempestivamente ove si rivelasse necessario. Personalmente invito da sempre tutte le Pazienti che opero a tornare per controlli anche a distanza di anni – ovviamente senza alcun costo.
Noi chirurghi estetici siamo, come le Pazienti, parte lesa in questa faccenda, anche perché la PIP aveva falsificato la documentazione allegata alle protesi e chi le ha utilizzate lo ha fatto in assoluta buona fede. Per questo l’Associazione Italiana di Chirurgia Estetica, di cui sono segretario, ha intrapreso tutte le iniziative necessarie per tutelare i suoi iscritti, ma soprattutto per salvaguardare la salute e il benessere delle proprie Pazienti.
Detto questo, personalmente non ho mai utilizzato le protesi PIP perché mi era capitato di conoscere l’azienda in questione e non ne avevo tratto un’impressione favorevole. Del resto, sono ormai diversi anni che lavoro oltre che con il Silicone anche con una metodologia completamente diversa, che tende a non utilizzare protesi, ma punta a un aumento del volume del seno con un metodo naturale: l’autotrapianto di grasso .
L’idea dell’autotrapianto adiposo, in effetti, nasce proprio per evitare di inserire nel corpo elementi esterni e si è rafforzata, negli ultimi anni, con la scoperta delle notevoli proprietà delle cellule staminali. Da quando ho introdotto questa tecnica in Italia, ho operato più di 70 donne con risultati sempre eccellenti. Rispetto all’uso del silicone, l’autotrapianto adiposo riduce a zero il “rigetto” (la contrazione capsulare), e gli altri rischi delle protesi , seppur minimi, come la rottura, lo sgonfiamento o lo spostamento. Inoltre, l’effetto risultante è molto “naturale”, tanto alla vista quanto al tatto.
Certo, come ho già avuto modo di dire in altra sede, l’autotrapianto non è sempre possibile: è necessario infatti che la Paziente disponga di una quantità sufficiente di grasso da prelevare (indicativamente al livello dell’addome, dei fianchi, dei glutei e delle cosce). Ma è chiaro che, quando ciò è possibile, l’intervento è altamente consigliato perché, per dir così, premette di prendere due piccioni con una fava: aumento del seno e diminuzione e rimodellamento di pancia, glutei e zone limitrofe.
Anche per le pazienti che già portano protesi in Silicone l’autotrapianto si dimostra vincente: se la Paziente desidera aumentare di più seno o vuole “restaurare” il risultato estetico, il trapianto di grasso permette un ripristino ideale della situazione precedente ed un piacevole e naturale ingrandimento .
Per concludere, lo scandalo delle protesi PIP, anche se non mette in dubbio la bontà e la sicurezza delle protesi al silicone quando siano prodotte in modo corretto, lascia intravedere l’opportunità di sviluppi futuri che in gran parte sono già presenti oggi: un passaggio a tecniche sempre meno invasive e sempre più naturali.